La riabilitazione in acqua apporta importanti benefici nello sviluppo del bambino: dal punto di vista fisico e motorio permette il rilassamento, l’esecuzione di movimenti che all’esterno sono più difficoltosi ed una maggior percezione del proprio schema corporeo; dal punto di vista cognitivo e relazionale, invece, l’ambiente acquatico rappresenta un attivatore emozionale, che facilita l’emergere dell’emozione condivisa e della comunicazione.
L’acqua contribuisce perciò, allo sviluppo delle potenzialità e dell’autonomia del bambino rafforzandolo sia fisicamente che psicologicamente, facendolo sentire più forte e sicuro attraverso un percorso fatto di scoperta, esplorazione, sperimentazione, apprendimento, conoscenza, chiarezza, fiducia, contenimento, adattamento, gioia e divertimento.
La neuro psicomotricità in acqua è utilizzata come intervento di supporto non solo in bambini PCI (paralisi cerebrali infantili), ma anche in disturbi del neuro sviluppo quali disturbi della coordinazione motoria, iperattività ADHD, disabilità intellettiva, disturbo dello spettro acustico, disturbi di linguaggio oppure sindromici.
Prima di iniziare il lavoro terapeutico in acqua, la terapista svolge una valutazione iniziale per comprendere il livello di acquaticità del bambino stesso.
L’acqua è un ambiente nuovo per il bambino e all’interno di questa dovrà imparare a conoscere e controllare il suo corpo attraverso giochi di equilibrio, respirazione e propulsione; impara inoltre a gestire il sostegno corporeo dell’operatore e degli oggetti galleggianti (braccioli, cinture, tubi, cavigliere, manubri, tappeti) comprendendone le diverse funzioni.
Una volta terminato il ciclo terapeutico in acqua, e valutate le competenze raggiunte, si potrà eventualmente valutare l’inserimento del bambino all’interno di un corso nuoto.
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