– Cosa si intende per Riatletizzazione ?

Il processo di Riatletizzazione è molto più complesso di quello che si pensa, non è una semplice lista di esercizi da eseguire con calcolati volumi di carico di lavoro periodizzati, come ad esempio metri, secondi, numero ripetizioni, in realtà va gestito con estrema cura e minuziosa attenzione da parte del professionista che lo esegue. Praticamente deve fondere l’esperienza della fisioterapia manuale e della semeiotica a quella pratica delle scienze motorie nello sviluppare adeguati percorsi motori di recupero.

– Come viene strutturato un programma di riatletizzazione?

Un programma di riatletizzazione viene pianificato sulla base degli obiettivi motori specifici che a lungo termine intendo raggiungere, ovviamente una persona normale che intende ritornare alla sua vita quotidiana e ad un minimo di attività motoria per benessere non avrà le stesse esigenze di un atleta che si confronta con situazioni di agonismo, ancor di più se l’atleta è un professionista che nel movimento ritrova il proprio lavoro e che deve raggiungere performance motorie al di sopra della normalità. Il programma di riatletizzazione è un processo continuo di recupero Psico-fisico e gesti sport-specifici sempre più vicini alla realtà situazionale da gestire nella fase motoria specifica. Questo percorso viene diviso in periodi dove i principi della gradualità sono un obbligatorio da rispettare, i tempi non li detta un protocollo ma l’adattamento fisiologico dell’individuo sottoposto a tale percorso di ritorno all’attività fisica specifica.
Ci sarà un periodo iniziale dove il Trofismo muscolare, la mobilità articolare , la biomeccanica dello schema del passo e deambulazione , con il controllo del tronco e degli arti superiori e del capo sono in fase di riadattamento generale.

Nel secondo periodo si procede ad abbassare le differenze e disequilibri di trofismo, mobilità articolare , controllo motorio propriocettivo e biomeccanica degli schemi motori da quelli basilari a quelli sport-specifici.
Nel terzo periodo si continua con il processo di allenamento generale ed in più si inseriscono gesti in campo o in ambiente motorio specifico della disciplina da svolgere con primi passi ed azioni sport-specifiche a bassa velocità di esecuzione , in questa fase come in tutte si deve sempre avere un controllo visivo della qualità del movimento e chiedere sempre all’atleta il valore che attribuisce allo stato di fatica dello sforzo e del dolore se percepito. In questa piramide di progressione di riequilibrio il procedimento di riatletizzazione valuta costantemente il carico massimale dinamico dei distretti muscolari interessati dall’infortunio, la capacità e la potenza aerobica, la forza resistente muscolare e la qualità propriocettiva e neuromotoria di gestire differenti situazioni dallo statico , allo statico in disequilibrio, dinamico e dinamico in disequilibrio attraverso proposte di mezzi e metodi valutabili e misurabili in tutti i termini biomeccanici del movimento.

In conclusione riportare l’atleta ad effettuare gli stessi movimenti della gara sia in termini di forza che di coordinazione specifica del gesto, ripristinare le capacità generali dell’atleta sia in termini metabolici che di forza.

– Quali sono i tempi di recupero ?

I tempi sono veramente diversificati a seconda della sede anatomica che ha subito l’infortunio, aver affrontato o no un intervento chirurgico per la riparazione tissutale, il tipo di intervento, il tipo di infortunio, l’età, il sesso, le condizioni sociali la motivazione il tipo di disciplina sportiva, insomma la varietà dei tempi è sempre molto soggettiva.
Ovviamente se si forzano i tempi di recupero il problema più frequente è quello di una recidiva: una nuova distorsione può mettere a rischio l’innesto appena effettuato. La biologia deve sempre fare il suo corso e la fase di “riatletizzazione” è la più delicata e bisogna sempre vedere la reazione soggettiva del recupero ogni individuo reagisce a suo modo.

– Come e Dove vengono svolte le sedute di riatletizzazione ?

Le sedute sono svolte in ambienti specifici a seconda del tipo di allenamento o terapia da adottare per ogni singola seduta, possono essere svolte in sala pesi, su campo erboso o sintetico, sulla sabbia, in acqua, con utilizzo di apparecchiature specifiche per il monitoraggio e valutazione dei gesti funzionali da svolgere a corpo libero o con attrezzature e sono sempre svolte sotto supervisione del professionista che costantemente gestisce tecnicamente e tatticamente la seduta e non da meno offrendo un supporto psicologico per il superamento di limiti instaurati dalla paura dell’infortunio stesso.

– A Chi è rivolta ?

Principalmente è rivolta allo sportivo professionista o dilettante che sia, ma nella realtà tutti gli individui necessitano di una fase di riatletizzazione, basti pensare ad una semplice distorsione alla caviglia, se non recuperata in termini di performance motoria potrebbe causare diverse problematiche come un passo scorretto con andamento claudicante, relativa probabilità di arrecare disagi al rachide e quindi mal di schiena . E’ rivolta quindi a tutti ed a tutte le fasce di età.

Dottor Andrea Bonetto

Fisioterapista e Preparatore Atletico Professionista F.I.G.C.

Specializzato in Prevenzione e Recupero Infortunio Motorio e Sportivo